Ho deciso di riproporvi alcune recensioni di tutti gli henné che ho usato, in ordine cronologico, e, appunto, il rinforzato mogano di Erbamea è stato il primo.
Buongiorno e buona Pasqua fatta!
Inizio subito anticipandovi che questa tipologia di henné è stata utilizzata da me nel periodo in cui ancora capivo poco di salute dei capelli: era il settembre del 2013, ovvero il primo anno in cui non dovevo fare rientro a scuola, e ancora avevo i siliconi nei capelli. Probabilmente vi avrò accennato in questo articolo di questo henné.
Lo acquistai in erboristeria a 5€. Questo henné, venduto in una bustina di carta da un etto, però, contiene picramato. Il sodium picramate è un componente chimico che viene aggiunto alla polvere per aumentare il potere colorante. Esso risulta tossico se presente in più dello 0,2% nella polvere. Si sconsiglia di utilizzare un henné con picramato alle donne che vogliono spesso cambiare colore (in realtà a queste donne si sconsiglia l’henné in generale, il quale è una colorazione permanente, ma questo è un altro discorso) perché questo componente chimico fa reazione con la tinta chimica, appunto, e potrebbe rilasciare riflessi verdi. Quindi già abbiamo trovato un punto a sfavore.
Lo usai pochi giorni dopo aver tagliato i capelli in un caschetto lungo. Quindi quasi certamente avevo eliminato tutte le mie doppie punte. Lo preparai direttamente dopo l’arrivo della parrucchiera e venti minuti dopo ce l’avevo spataccato in testa in attesa di essere lavato, senza nessun tempo di ossidazione.
Come lo avevo preparato?
Versai i 100 grammi di polvere in una scodella di plastica cui aggiunsi una scatoletta da colazione in hotel di miele, usai il succo di uno spicchio di limone e amalgamai tutto con la quantità di due tazze da tè Lord Sinclair dell’In’s, che praticamente è il tè deteinato che bevo per la colazione.
Fortunatamente quel giorno pranzavo a casa col mio ragazzo, che insistette nel farmi lavare via la poltiglia presto -dopo solo un’ora di posa. E PER FORTUNA: dopo pranzo sono corsa a fare lo shampoo, e ho avuto a che fare con un mare di sabbia. Secondo punto a sfavore.
Senza che sto qui a dirvi quanto fosse stato odioso da sciacquare, vi dico che mi sono ritrovata come Jessica Rabbit, e che questo colore è durato per venti-trenta giorni sui capelli, dopo di che ha scaricato, lasciandomi riflessi aranciati (ma non era un mogano? Terzo punto a sfavore).
Dopo un mese dall’applicazione dell’henné mi sono ritrovata la testa piena zeppa di doppie punte, e ora non so se fosse per il picramato o per il taglio che avevo fatto pochi giorni prima (magari la parrucchiera aveva forbici scadenti?). Da lì ho deciso che non avrei mai più utilizzato un henné non puro.
Quindi la mia recensione è quasi completamente negativa. Col tempo ho capito che con l’henné ci vogliono esperienza e pazienza, infatti nei successivi post vi parlerò di altri tipi di lawsonia che ho testato, che hanno necessitato di almeno 4 ore di posa, di una ossidazione, di una preparazione con una percentuale maggiore di sostanza idratante, ma che hanno rilasciato un effetto totalmente benefico, a differenza di questo stupido henné sabbioso, finto, con aggiunta chimica.
Alla prossima puntata, in cui parleremo dell’henné Rashmi!
Un bacione!